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IL FONDINO
Un segnale forte per frenare questa escalation
di VITTORIO DEL TUFO
Nella città che mastica rovine e inghiotte umiliazioni, rischiamo di non indignarci più. E invece dobbiamo farlo, e molto. Dobbiamo indignarci per questo ennesimo attacco sferrato a colpi di letame dalle liste dei “disoccupati organizzati” contro un luogo simbolo delle istituzioni, la sede della Regione. Sfregio odioso che porta la stessa firma di altre devastazioni, quelle dei disoccupati del “progetto Bros”, professionisti del sussidio e della guerriglia: gruppi di violenti ben noti alle forze dell'ordine, eppure ancora a piede libero, protagonisti di un ricatto inaccettabile. Gli escrementi a Santa Lucia sono i fotogrammi choc di una deriva alla quale la città sembra ormai atrocemente assuefatta. Una deriva di violenza che il questore ha l'obbligo di arginare. Per evitare, come è accaduto in passato, che ad applicare la “linea dura” siano solo i teppisti. Una cosa dev'essere chiara. Non c'è la rabbia dei disperati dietro questa escalation di violenza. Ma un braccio di ferro con le istituzioni, e un desiderio di vendetta per lo stop alle sovvenzioni. Molti dei “Bros” risultano residenti in altre regioni o percepiscono un doppio sussidio. I veri disperati, i veri disoccupati, restano a casa intimoriti da tanta prevaricazione. I professionisti della guerriglia non li rappresentano: rappresentano solo se stessi. La questione dei senza lavoro di lungo corso è uno dei capitoli più drammatici della storia recente della città. Ma i disoccupati sulle barricate che imbrattano di letame le istituzioni, con questo dramma, c'entrano poco o niente. Al questore Giuffrè chiediamo di inviare subito un segnale forte. E invitiamo il governatore Caldoro a continuare sulla strada delle politiche di sviluppo dimenticando la vecchia pratica dei sussidi. E ora, per favore, parliamo di disoccupazione. Ma quella vera. |
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