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03/07/2012 Mara Carfagna interroga la Fornero sui tagli al Fondo Nazionale Politiche Sociali
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16779

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 658 del 28/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: CARFAGNA MARIA ROSARIA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/06/2012
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 28/06/2012

Stato iter: IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16779
presentata da
MARIA ROSARIA CARFAGNA
giovedì 28 giugno 2012, seduta n.658

CARFAGNA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.- Per sapere - premesso che:

l'economia mondiale è stata colpita da una grave recessione con effetti pesanti anche per l'economia nazionale, in particolar modo nei confronti dei redditi delle famiglie e dell'occupazione nelle regioni del Mezzogiorno;

le politiche di welfare delle amministrazioni comunali presentano notevoli elementi di variabilità sul territorio. Le differenze più rilevanti riguardano le dimensioni dell'offerta socio-assistenziale. Ogni anno si rileva un aumento degli utenti per tutti i servizi, soprattutto nell'area della disabilità sociale, che coinvolge adulti con un profondo livello di disagio, tanto più se si tratta di capofamiglia o di persone che vivono sole;

i servizi sociali, proprio come la scuola, dovrebbero attuare il secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione: mettere i cittadini svantaggiati nelle medesime condizioni di partenza di quelli privilegiati. Si registra invece per il Mezzogiorno italiano una mancanza quasi totale di quella rete socio-assistenziale essenziale per lo sviluppo;

la spesa sociale nel 2009 in seguito alla crisi è diminuita dell'1,5 per cento nel Mezzogiorno, ma è aumentata del 6 per cento nel Nord-Est, del 4,2 per cento nel Nord-Ovest e del 5 per cento al Centro. Solo per fare qualche esempio, per i servizi sociali i comuni calabresi spendono 26 euro a persona, quelli della provincia autonoma di Trento 280 euro. Per i disabili i comuni del Sud spendono otto volte meno di quelli del Nord. I nidi pubblici sono presenti nel 78 per cento dei comuni del Nord-Est ma nel 21 per cento di quelli del Sud;

tale profonda disomogeneità sul territorio nazionale, relativa al welfare dei servizi, si dà nonostante sia proprio competenza dello Stato assicurare i livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini italiani. Ciò al di là della loro residenza e soltanto in misura della loro condizione, così come disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001;

l'articolo 59, comma 44, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni, con il quale sono emanate disposizioni circa l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri del Fondo nazionale politiche sociali, che annualmente il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, provvede alla ripartizione delle risorse del Fondo fra tutte le regioni e le province autonome per le finalità legislativamente poste a carico dello Stato e ciò anche nel rispetto di quanto disposto dal riformato Titolo V della Costituzione -:

se non si ritenga necessario, per assicurare il pieno rispetto dei livelli essenziali di assistenza nelle regioni e province autonome d'Italia, di procedere ad una verifica contabile della congruità delle risorse trasferite alle regioni con il Fondo nazionale per le politiche sociali 2012, al fine di chiarire se esse siano corrispondenti all'effettivo impegno dello Stato attraverso cui garantire i richiamati livelli essenziali, ciò tenendo anche conto del fatto che l'annuale riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali, già apparentemente esiguo in una sua prima stesura, è stato ulteriormente ridotto di 25.363,785,00 euro, somma che porta a 43.722.702,00 euro le risorse dell'intero Fondo, di cui soltanto 10.680.362,13 euro destinate alle regioni, cosa che implica che in regioni del Mezzogiorno già provate dalla crisi economica ed attraversate da tensioni sociali acute e perniciose, come ad esempio la Campania, la quota pro capite per cittadino può scendere sino a 20 centesimi di euro. (4-16779)