Rubrica "in...fondo, in....fondo"

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Perché in Regione non ci si deve limitare all'ostruzionismo e alle denunce
COMMISSIONI DI CONTROLLO ALL'OPPOSIZIONE
STRUMENTI PER INCIDERE SULLA LEGISLATURA

di Ermanno Russo

Le pagine dei nostri quotidiani abbondano in questi giorni di commenti, riflessioni e teorie sulle commissioni cosiddette di controllo della Regione Campania. Per quanto mi riguarda, si tratta di un’opportunità non trascurabile se si vuole consentire alla democrazia di fare un ulteriore e notevole passo in avanti. Mi riferisco evidentemente al ruolo della minoranza consiliare e agli strumenti che quest’ultima ha a disposizione per poter assolvere a fondo alla funzione di opposizione. E proprio sul concetto di opposizione credo ci si debba intendere una volta per tutte.

La logica dell’alternanza, coerentemente sancita dal principio sacrosanto del voto che attribuisce al popolo l’unico vero diritto di veto che si ha in democrazia, stabilisce una doppia responsabilità nell’amministrazione di una qualsivoglia istituzione elettiva. La prima è direttamente riconducibile alla maggioranza, che - avendo raccolto il numero più alto di preferenze - ha l’onore di guidare il vertice dell’istituzione e, ad un tempo, l’onere di assicurarne la governabilità. La seconda riguarda chi dalle urne non ha “strappato” il mandato degli elettori a gestire per loro conto la “res pubblica” e pertanto deve svolgere un ruolo diverso dalla funzione governativa; quello altrettanto oneroso del controllo sugli atti e sulle iniziative dell’amministrazione stessa.

Ora, in un contesto così ben disciplinato come quello sommariamente riprodotto innanzi, non sfuggirà l’importanza del “mezzo” attraverso cui operare la succitata funzione di controllo. A questo punto, sarebbe il caso che ciascuno – secondo la propria formazione e sensibilità – svolgesse una riflessione per comprendere di quali strumenti un’opposizione oggi può disporre per adempiere appieno a quel compito che, non i partiti con le loro relative strutture, ma i cittadini le hanno conferito mediante la scelta nella cabina elettorale di questo o quel consigliere, di questo o quella lista.

Sarebbe, altresì, opportuno che si ragionasse sullo stesso concetto di opposizione; che non deve a mio modesto parere restare ancorato - in nome di un malinteso senso dell’autonomia o del ripudio di chissà quale grande tentazione consociativistica – al muro contro muro. La logica della contrapposizione è ormai superata. La minoranza deve essere garante della trasparenza, custode della produttività, attenta a che le scelte dell’amministrazione siano fatte nell’esclusivo interesse dei cittadini, ma commetterebbe un grave errore di miopia politica se si limitasse all’ostruzionismo o alla denuncia; lasciando che la remissività prenda il sopravvento su orizzonti migliori e concreti.

Le commissioni di controllo rappresentano, quindi, uno degli strumenti per guardare oltre la punta del proprio naso ed incidere con profitto sulla legislatura in corso. Bisogna ragionare in positivo. Non per questo stringere compromessi accomodanti con chicchessia o cedere ad accordi personalistici, ma fare in modo che gli spazi di agibilità democratica crescano anche per coloro i quali non sono stati indicati dagli elettori come loro rappresentanti nel governo francamente non credo sia così orribile.

All’opposizione, nella fattispecie sarebbe meglio dire al centrodestra campano, non è stato detto di governare ma di migliorare le condizione di vivibilità e di sviluppo delle singole comunità locali sicuramente sì. E questa missione, non impossibile, la si può portare avanti soltanto con la consapevolezza che si possono determinare le scelte anche dai banchi della minoranza. Per poterlo fare, però, servono gli strumenti adatti. Strumenti che non si improvvisano, che sarebbe sbagliato e velleitario cercare al di fuori dell’istituzione regionale, visto che sono già al suo interno e peraltro piuttosto in vista. Ben vengano, allora, le commissioni di garanzia o di controllo. Ben vengano se devono servire a rappresentare quei cittadini che non hanno votato centrosinistra e che vogliono sentirsi comunque rappresentati per i prossimi cinque anni. In… fondo, in… fondo lavoriamo tutti in funzione di un unico obiettivo: rendere la nostra Campania più vivibile, sicura e competitiva.
03/06/2005