Il presidente Cesaro ha varato la sua giunta, una giunta per metà composta da tecnici, avvocati (sia penalisti, che tributaristi), ordinari di diritto e di chimica, rettori ed imprenditori di grande prestigio. La svolta c’è stata. La logica dell’alto profilo è stata rispettata sino in fondo. Ora non resta che lavorare. Sono tanti i problemi e i nodi cruciali che attendono il presidente di Palazzo Matteotti e la sua squadra, troppi per perdersi in chiacchiere e sterili polemiche.
Ciò che però si può dire con certezza ed in largo anticipo rispetto alle scelte fatte in Provincia dal Pdl e dal presidente Cesaro, è che i tecnici chiamati a ricoprire ruoli di governo non sono affetti da quella smania di apparire, da quella voglia irrefrenabile di fare politica e tramutare la natura dei propri assessorati e del proprio ruolo da “esterna” e “apartitica” a politica in senso pieno. Insomma, i tecnici del presidente Cesaro sono diversi da quelli della sinistra, non sono affetti dalla “velardite”. Gli assessori provinciali del Pdl svolgeranno con serietà il loro compito, mettendo a disposizione della coalizione la competenza acquisita in tanti anni di duro lavoro nell’ambito delle rispettive professioni, senza per questo sentirsi degli “strateghi” infallibili o, peggio ancora, degli scienziati della politica, così come è accaduto per qualche esponente della giunta regionale della Campania. Il ruolo dell’assessore tecnico è chiaro, deve fornire ad una squadra di governo quel valore aggiunto che soltanto chi proviene da determinati ambiti ed è padrone della materia può assicurare ad un esecutivo. I tecnici del presidente Cesaro non seguiranno dunque la linea di condotta dei colleghi della sinistra, non faranno, per dirla in breve, come l’ex assessore al Turismo della Regione Campania Velardi, che in più di qualche occasione ha dimostrato di preferire la “trovata” politica alle leggi in materia e il dibattito sui partiti ai compiti tradizionali, ma non per questo meno importanti, dell’assessorato che il presidente Bassolino gli aveva affidato.
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Ma quest’ultimo è soltanto uno degli esempi che si potrebbe fare a proposito della sinistra e delle giunte che per gli quindici anni hanno amministrato Comune, Provincia e Regione. Il quadro che ne viene fuori è quello di un enorme bluff, con il concetto di assessore esterno e tecnico completamente “snaturato”. Nella giunta Cesaro, invece, le cose andranno in maniera decisamente diversa, ognuno sarà rispettoso della natura del proprio incarico, lasciando il timone dell’ente al presidente e ai politici, che a loro volta si avvarranno dell’esperienza dei tecnici per dirimere alcune annose controversie.
Siamo sicuri, dunque, che l’avvocato penalista Valeria Casizzone, il tributarista Antonio Iorio, il docente ordinario di farmacia Giuseppe Caliendo, il docente di Diritto del Lavoro Severino Nappi, l’imprenditrice Marilù Galdieri e lo stesso rettore Ferrara terranno ben presente questa distinzione e lavoreranno giorno e notte per assicurare competenza all’ambizioso progetto di governo del Popolo della Libertà.
Altro dato da tenere in conto, è l’età media della giunta Cesaro: cinquant’anni circa. L’età da sola non basta a qualificare una squadra di governo, ma quando i titoli e le esperienze ad essa collegate sono così importanti e di alto profilo allora ci si può sbilanciare nel dire che quella della Provincia è una compagine di giovani talenti e sarà una squadra di ottimi assessori.
In… fondo, in… fondo, i cittadini chiedevano una svolta, chiedevano di chiudere con la politica della sinistra, quella dei “finti” tecnici, un rischio che il presidente Cesaro ha scongiurato e che dimostrerà sul campo di aver debellato nei prossimi anni.
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