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REGIONALI, IL PRESSING ALTO DEL PARTITO DEMOCRATICO SU UDC E MPA
PD A CACCIA DI NUOVE ALLEANZE, MA CON GUAI IN CASA


di Ermanno Russo

27/08/2009
Fa un certo effetto assistere in queste ore al pressing alto da parte del Pd campano nei confronti dell’Udc di De Mita e del Movimento per le Autonomie di Lombardo. Lo stupore deriva non soltanto da una strampalata concezione della vocazione politica dei due partiti, che evidentemente i dirigenti del Pd hanno, ma soprattutto dall’approccio alquanto singolare alla prospettiva di alleanza. Si spalancano, infatti, le porte di una fantomatica coalizione di centrosinistra, senza prima capire se c’è ancora un centrosinistra in questa regione. D’accordo, l’obiettivo è vincere la corsa con il Pdl a Palazzo Santa Lucia, ma si può pretendere di fare “campagna acquisti” quando non si ha più neppure la certezza che la squadra dell’anno prima, nella fattispecie della consiliatura precedente, sia ancora lì, tutta intera e compatta? Dopo la diaspora socialista, infatti, Bassolino e compagni sono costretti a registrarne una nuova, se vogliamo ancora più rognosa e complicata, quella comunista. Come è noto, la sinistra in Consiglio regionale si è divisa in tanti piccoli gruppi, ciascuno fiero della propria autonomia e, a considerare dalle molteplici sedute andate in fumo per assenza di numero legale o mancato accordo politico, poco incline al compromesso. Sarebbe stato dunque più logico attendersi dal Pd una verifica degli attuali effettivi, piuttosto che un pressing così alto verso due partiti, Udc e Mpa, già organici al centrodestra; con assessori di peso nella giunta provinciale di Napoli e con gruppi consiliari a Palazzo Matteotti saldamente ancorati alla maggioranza del presidente Cesaro. Perché dunque un forcing mediatico tanto deciso quanto sterile ed illusorio? Perché rincorrere sino all’esasperazione il concetto di un possibile patto con Casini e Lombardo, facendo balenare strumentalmente l’ipotesi di una vittoria, pressoché matematica, del Pd alle prossime Regionali in caso di accordo chiuso? Perché tanto rumore? Le risposte potrebbero essere tante. Quella del diversivo per evitare di guardare in casa propria potrà sembrare la più banale ma forse, attualmente, è la migliore. Sponsorizzare un centrosinistra allargato, quando non si ha più neanche la forza di tenere insieme un “centrosinistra base”, fatto di forze politiche storicamente al potere in Campania da ormai tre lustri, è un’operazione funambolica e fantasiosa, per quanto di innegabile effetto. Peccato, però, che gli elettori di questa regione abbiano già tirato le somme, riversandosi in massa alle urne nell’ambito delle ultime elezioni “locali”, le recenti Provinciali, per dire basta al malgoverno della sinistra e tributare il proprio consenso a tutti e tre i presidenti in lizza per il centrodestra: Cesaro a Napoli, Sibilia ad Avellino, Cirielli a Salerno.

Come dire, è un po’ troppo tardi per fuochi d’artificio e trovate propagandistiche, il popolo campano si aspetta una svolta dalle prossime Regionali ed è troppo arrabbiato per dar retta alle fantasiose alchimie del Pd.