Rubrica "in...fondo, in....fondo"

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L’implosione del Pd campano e il milione di tessere di Berlusconi
di ERMANNO RUSSO

Gli scricchiolii della vigilia congressuale del Pd, appaiono oggi agli occhi di iscritti, simpatizzanti e dell’opinione pubblica nazionale come delle crepe vistosissime ed irrecuperabili. L’Ogm della politica italiana, l’organismo geneticamente modificato voluto a tutti i costi dal duo Veltroni-Franceschini, ha prodotto i risultati fallimentari già insiti nelle labili premesse della fusione. L’assurdo storico per eccellenza, seguaci del Pci e democristiani incalliti nella medesima casa, ha lasciato una scia di delusi anche in Campania, dove a fare la parte del leone è sempre più la corrente di sinistra, a fronte di un centro schiacciato in un angolo e minoritario. Gli adii di esponenti di spicco del partito all’ombra del Vesuvio, da Pasquale Sommese a Bruno Cesario, sembrerebbero fare il paio con le partenze a livello nazionale di Linda Lanzillotta, Gianni Vernetti e dello stesso Donato Mosella. Ed è singolare, ma non troppo, che tutto ciò avvenga proprio mentre Silvio Berlusconi annuncia di voler toccare quota un milione di tessere nella campagna di adesione al Pdl. “Ho ripreso a lavorare perché tante sono ancora le cose da fare per mantenere fede al mio impegno con gli italiani”, ha dichiarato l’altro giorno il premier sul web. “Come ho detto due domeniche fa a Milano in piazza Duomo – ha proseguito –, l’obiettivo della campagna di tesseramento del Pdl è raggiungere un milione di adesioni. Un milione di persone che chiamo a lavorare insieme a noi a favore del bene del nostro Paese e degli italiani”. Parole che sottolineano chiaramente l’autentico stato di grazia e lo slancio che vive in questi mesi il Popolo della Libertà all’interno del Paese. Un momento d’oro, che stride fortemente con la situazione interna, locale e nazionale, del Partito democratico, che invece continua a collezionare brutte figure ed è ormai al collasso. Ma qual è, dunque, la ragione del tonfo, tanto repentino quanto annunciato, del Pd? Le cause andrebbero sicuramente rintracciate nell’assenza di una leadership nazionale forte e riconosciuta, ma anche nella natura ambigua e poco attraente del progetto stesso. Tutto questo mentre si avvicina la scadenza delle Regionali di marzo 2010, un’occasione che il Pdl non può non cogliere per restituire dignità ai propri territori e fare in modo che, finalmente, la voglia di fare e l’entusiasmo della classe dirigente del Popolo della Libertà si trasformi in atti concreti a favore della gente. Perché, in… fondo, in… fondo, vincere non basta, occorre metter su una squadra in grado di governare e farlo nella migliore maniera possibile.
30/12/2009