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Con Caldoro un'altra Campania è possibile
di di ERMANNO RUSSO
18/01/2010
Il Pdl ha scelto Stefano Caldoro per la corsa alla Presidenza della Regione Campania. Un nome forte, un protagonista di quel processo di rinnovamento culturale e politico che il riformismo socialista ha sempre rivendicato con orgoglio in Italia. A Stefano mi lega una lunga amicizia, iniziata ai tempi in cui era capogruppo in Consiglio regionale del Partito socialista, mentre io lo ero del Partito Socialdemocratico. Le nostre strade non si sono mai divise, neanche quando lui ha tentato, con successo, la carta del Parlamento nazionale, entrando a Montecitorio alla giovane età di trentadue anni, sino a scalare la vetta di Palazzo Chigi e ricoprire nel 2005 la carica di ministro per l’Attuazione del Programma di Governo. Due anni fa, nel 2008, quando il presidente Berlusconi annunciò la creazione del Popolo della Libertà in piazza San Babila a Milano, quella che i media avrebbero poi definito la “svolta del predellino”, ci siamo ritrovati sotto il comune “ombrello” del Pdl: io transitato da Forza Italia, a cui avevo aderito sin dalla prima ora, lui in qualità di segretario nazionale del Nuovo Psi, che negli ultimi anni si era già collocato nel centrodestra. Quando Stefano Caldoro fece la scelta, premiata di lì a poco dai risultati elettorali e non solo, di tenere la barra ferma dalla parte del centrodestra, io dissi in una nota rivolta alla stampa che la sua decisione avrebbe “rafforzato le radici socialiste” nell’allora Casa delle Libertà. “Il suo è senz’altro un ragionamento lungimirante”, ebbi a dichiarare, “perché rivendica con orgoglio il valore assoluto della tradizione socialista riformista, inquadrandola in un’ottica di coalizione, che soltanto nel centrodestra e con il presidente Berlusconi è possibile realizzare”. Oggi i fatti ci danno ragione e Caldoro è il nostro candidato a presidente, il miglior candidato per un popolo, quello campano, che è semplicemente stufo dello strapotere e del malgoverno delle giunte di centrosinistra. Con Caldoro presidente, un’altra Campania è possibile.
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