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Regione Campania, rigore sì ma con oculatezza. Ecco la fase 2 del presidente Stefano Caldoro
di Ermanno
Russo
10/08/2010
Non esistono Regioni virtuose ma “atteggiamenti” virtuosi. Il presidente Stefano Caldoro lo ha detto e ridetto, ribadito nelle occasioni ufficiali e negli incontri con la stampa, con i suoi fidati collaboratori ed in giunta. Il governatore della Campania ha voluto fosse questo il tema ricorrente dei primi mesi di governo del centrodestra. Una considerazione certamente non casuale, che oggi appare ancora più chiara e lungimirante. Risanare sì, ma con oculatezza, con intelligenza e, soprattutto, guardando alle esigenze della popolazione. Perché ciò potesse accadere, la coalizione guidata dal Pdl doveva accantonare la logica degli “enti storicamente virtuosi”, rimpiazzandola con quella delle Regioni capaci di “atteggiamenti virtuosi”, in modo da poter guadagnare credito con Roma, sulla base – beninteso – di un piano di stabilizzazione finanziaria valido e percorribile, tale da raggiungere l'obiettivo dello sblocco dei trasferimenti e dei fondi destinati alla Campania. Il ragionamento del presidente Caldoro, al quale va riconosciuta abilità nell'individuare propositi di grande valore tecnico e strategico, così come fermezza nell'attuarli, si è sviluppato lungo due direttrici fondamentali, che potremmo anche chiamare fasi. La fase 1, quella della ricognizione, con l'automatica sospensione delle delibere della precedente giunta di centrosinistra, cronologicamente coincidenti con il periodo in cui è stato sforato il patto di stabilità, e quella che potremmo chiamare fase 2, cioé l'attuale, con la riconsiderazione delle stesse delibere e l'eventuale loro riabilitazione, sulla scorta di criteri asettici e scevri da ogni tipo di condizionamento che non fosse quello dell'interesse pubblico, dell'interesse verso le istanze delle popolazioni amministrate. La fase 2 del presidente Caldoro è dunque quella dell'amministrare con rigore, ma con oculatezza, in cui si studia il nuovo approccio ai fondi europei e a quelli nazionali, rifuggendo dalle logiche localistiche della parcellizzazione dei progetti, virando – forse anche bruscamente ma a ragione – verso una rimodulazione dei finanziamenti Fas e di quelli strutturali europei che porti alla realizzazione di pochi progetti strategici, tutti con un forte impatto strutturale d'area. E' in quest'ottica che va anche la linea sapientemente dettata dal Governatore nel settore forse più delicato e complesso della nostra regione, quello della sanità. Ai commissari delle Asl, freschi di nomina, il presidente Caldoro ha chiesto sei precisi punti, riassumibili tutti in una parola: rigore. Rigore nel predisporre il piano delle consistenze, nella verifica degli obiettivi indicati nel piano di rientro (con particolare riferimento alla spesa farmaceutica e al personale), rigore nell'adozione dei provvedimenti attuativi della riorganizzazione della rete ospedaliera, nella verifica delle duplicazioni di direzione di strutture complesse, nell'attuazione del piano complessivo di rientro ed, infine, rigore nel constatare e certificare le procedure esecutive adottate dai creditori. Anche in questo caso, quindi, la parola d'ordine è stata risanare. Ma risanare senza tenere conto delle esigenze delle strutture sanitarie e dell'impatto delle decisioni sul territorio sarebbe stato spregiudicato, ecco perché il governatore della Campania ha chiesto ai commissari di operare una ricognizione dell'ordinario, imponendo loro una tabella di marcia fondata su tempi certi (60 giorni per il piano delle consistenze, 45 per lo stato di attuazione degli obiettivi indicati nel piano di rientro) che darà la possibilità di fornire alla popolazione campana risposte altrettanto certe. E tutto ciò senza brandire l'arma, talvolta controproducente, della propaganda. Anzi, semmai sobbarcandosi il peso di scelte impopolari e nette, che alla prima avranno di sicuro sortito un effetto destabilizzante nell'utenza campana, ma che ora iniziano a dare i frutti sperati. La decisione da parte del presidente Caldoro di fondare la propria campagna elettorale prima e l'intera linea di governo poi sul concetto della “sobrietà”, sta contribuendo in maniera sensibile al processo di normalizzazione della nostra regione, troppo spesso al centro di piani ed interventi straordinari che ne hanno frenato lo sviluppo ed impedito la programmazione. Programmazione che il nuovo corso inaugurato dall'onorevole Caldoro e dalla maggioranza di centrodestra intende invece assicurare ad ogni livello, dalle Asl alle altre strutture di pianificazione la cui competenza è in capo alla Regione Campania, dalla macchina organizzativa interna (uffici e quant'altro) alle società partecipate. Il tutto nel solco della linea dettata dal Governatore, che contempla insieme rigore (ma con oculatezza) e sobrietà. In... fondo, in... fondo, è questo che i cittadini campani chiedono da decenni. Chiedono di poter vivere in una regione “normale”, che non confonda continuamente lo straordinario con l'ordinario. Ed è rivolta a questa normalità, tanto agognata quanto in questi anni negata, l'azione di governo presidente Caldoro e di tutta la coalizione di centrodestra.
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