Rubrica "in...fondo, in....fondo"

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Ballottaggio, per il Pd l'incubo della doppia sconfitta. A rischio seggi e leadership
di Ermanno Russo

Conclusosi il primo turno delle elezioni comunali di Napoli, con Lettieri in vantaggio sullo sfidante De Magistris di 11 punti percentuali, un fantasma aleggia sulle teste dei dirigenti e dei candidati al Consiglio comunale del Partito democratico. E' l'incubo della doppia sconfitta. Se infatti al secondo turno dovesse vincere l'ex pm, il Pd andrebbe incontro ad un tonfo totale, che si risolverebbe in una prima perdita, di seggi (4 in meno nell'assise di via Verdi rispetto a se vincesse Lettieri), ed in una seconda perdita, quella della leadership politica all'interno del centrosinistra, più strutturale e duratura. E ciò perché – ironia della sorte – l'attuale legge elettorale del Comune di Napoli attribuirebbe più seggi al Pd in caso di elezione di Lettieri che non in caso di trionfo di De Magistris. Un paradosso, uno scherzo del destino, ma sicuramente un dato da non sottovalutare. Del resto, il leader dipietrista ha già annunciato che non vorrà fare apparentamenti per il ballottaggio e che tirerà dritto per la sua strada. Il che conferma che il Partito democratico sarebbe penalizzato dalla sua elezione a sindaco. Fin qui però sono i numeri a parlare. Non bizzarre alchimie ma asettici calcoli. C'è invece da fare un altro tipo di analisi, diversa per contenuti e finalità, di ordine eminentemente politico, per intenderci, che sposterebbe la barra del ragionamento sul primato politico all'interno del centrosinistra napoletano. Al di là dell'attuale competizione elettorale per la conquista di Palazzo San Giacomo. E' questa una questione assai concreta, di fatto non più rinviabile, che oggi investe il partito di Bersani a Napoli, ma che domani rischia di coinvolgere l'intera gerarchia nazionale e di ribaltare la logica alla base dei rapporti di forza tra Pd ed alleati in tutto il Paese. Si tratta dell'ineluttabile cambio di leadership che all'indomani del secondo turno avverrebbe a Napoli nel centrosinistra se dovesse aggiudicarsi la partita De Magistris, cioé Di Pietro. Come potrebbe infatti il Pd rivendicare la guida della coalizione, all'interno di un organico discorso di ricostruzione di una compagine di centrosinistra, se dalla sua potrebbe annoverare soltanto una sparuta pattuglia di consigliere comunali, 4 tutto in caso di trionfo di De Magistris, un candidato sindaco battuto al primo turno con una percentuale modesta e nessun amministratore di ente locale degno di nota? Una premessa di questo tipo aprirebbe le porte ad una tentazione, neanche tanto velata, che vedrebbe il Pd ricollocarsi in ragione delle riflessioni appena fatte, schierandosi al ballottaggio in modo tutt'altro che scontato. Questo vuol dire che i seguaci del Pd voteranno Lettieri? Beh, si tratterebbe sicuramente di una scelta “innaturale”, anche se i calcoli farebbero propendere per una soluzione non molto diversa da questa. La legge elettorale infatti consentirebbe al Partito democratico, in caso di vittoria del candidato di centrodestra, di raddoppiare gli eletti in Consiglio comunale, non più 4 ma 8, e di mettere al riparo la leadership del centrosinistra. Tuttavia, si tratterebbe di una decisione spregiudicata, che sarebbe tacciata di mera convenienza, pur non in presenza di un accordo palese, di un apparentamento ufficiale e formale tra il candidato di Di Pietro e il partito dell'ultimo sindaco di Napoli. Resterebbe quindi un'altra variabile, quella sicuarmente non politicamente corretta ma in un contesto del genere molto concreta dell'astensione. Nel caso di una scelta di questo tipo, ovemai dovesse avvantaggiare Lettieri e consentirgli di vincere, non sarebbe un mistero che il Partito democratico passerebbe a Napoli dal rischio di una doppia sconfitta alla certezza di una doppia vittoria. E ciò senza rimetterci la faccia, che allo stato non sembra un aspetto di poco conto. Ottenerebbe infatti un duplice risultato: il doppio dei seggi in Consiglio comunale, 8 in tutto, ed il ridimensionamento dell'Idv di De Magistris con il conseguente primato all'interno dell'assise di via Verdi, dove resterebbe il primo partito dell'opposizione di centrosinistra. Per dirla in breve, elezioni salve e leadership salva. Chiaramente, sono queste ipotesi che attengono alla sfera della riflessione politica e che potrebbero risentire di altre mille variabili al momento non ravvisabili e possibili da prevedere. C'è di vero però che tali riflessioni risultano partire da un fondamento matematico e, quindi, non facilmente confutabili sul piano del risultato elettorale. In... fondo, in... fondo, ogni elezione per un partito ha un esito e gli elettori del Pd dovranno riflettere attentamente prima di decidere quale esito dovrà aver per loro questo turno di ballottaggio.
19/05/2011