Rubrica "in...fondo, in....fondo"

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Ballottaggio, un appello all'Udc e l'Udeur: scelgano la coerenza. Lettieri unico moderato
di Ermanno Russo

Per chi fa parte della coalizione di governo di centrodestra in Campania, come l'Udc e l'Udeur, la scelta di non schierarsi all'imminente turno di ballottaggio appare un controsenso. Il partito di Casini da un lato alimenta in Regione un'alleanza programmatica, e non un accordo di tipo personale, con il centrodestra, punto quest'ultimo ribadito con forza dal presidente Caldoro anche in queste ore, dall'altro dice di voler tenere le mani libere per il secondo turno a Napoli. Se la premessa è vera, cioé che l'Unione di centro è già al governo con il Pdl all'ombra del Vesuvio, la conclusione a cui si vuol far giungere il proprio elettorato non potrà che essere falsa, ossia che non schierarsi è la scelta giusta. Stesso discorso vale per l'Udeur di Clemente Mastella, partito moderato, che risulta essere rappresentato nella squadra di governo regionale e nei Comuni dove governano sindaci del Popolo della Libertà. Alla luce dei risultati del primo turno e, soprattutto, alla vigilia di un ballottaggio che vede contrapposti due candidati diametralmente opposti sul piano della cultura politica, ci saremmo aspettati quindi un passo in avanti di quella parte del Terzo Polo che è già organica ad un discorso di centrodestra e che, dunque, non avrebbe alcun imbarazzo a spiegare alla propria base la scelta di Gianni Lettieri. Anzi, c'è di più. In un secondo turno così congegnato, Lettieri rappresenta il candidato naturale di partiti moderati come Udc e Udeur. Non è un caso che, è notizia di questi giorni, diversi esponenti terzopolisti, candidati alla carica di consigliere comunale piuttosto che di consigliere di municipalità, abbiano pubblicamente espresso il proprio orientamento per l'imprenditore napoletano. Anche in questo caso, dunque, non c'è nulla di cui stupirsi. Anzi, si è trattato di una scelta coerente, naturale. Potremmo dire spontanea. Ciò che probabilmente sfugge ai dirigenti dei due partiti di centro, ma non alla loro base e ai loro iscritti, è che a Napoli domenica e lunedì prossimo si vota per eleggere il nuovo sindaco e non il leader di una tornata congressuale o, peggio ancora, il nuovo partito di opposizione al governo Berlusconi. L'Udc e l'Udeur non possono commettere l'errore di ipotecare il destino dei loro elettori, che vivono quotidianamente la città e ne avvertono i limiti, in nome di uno spregiudicato calcolo politico. Lo stesso De Magistris, pur candidandosi ad una carica di governo locale così importante e difficile da gestire, continua a parlare da leader nazionale. Se qualcuno crede di usare Napoli come trampolino di lancio per proiettarsi con un ruolo meglio definito sulla scena politica italiana, beh si sbaglia di grosso. I cittadini partenopei non hanno bisogno di un nuovo Masaniello, non sono in cerca di trovate pubblicitarie per edulcorare la pillola, i napoletani sono alla disperata ricerca di un amministratore, nel senso più pieno del termine e senza velleità di sorta. Non voglio sentire slogan ma soluzioni e ricette concrete per i tanti problemi che affliggono la città. Probabilmente, al candidato di Italia dei Valori questo non l'hanno spiegato. Non hanno spiegato che il Comune di Napoli è ridotto, neanche troppo metaforicamente, ad un enorme debito. Quasi sicuramente hanno omesso di segnalare all'ex pm di Di Pietro che le giunte di centrosinistra, susseguitesi senza soluzione di continuità negli ultimi diciassette anni al governo del capoluogo partenopeo, sono riuscite nella disperata impresa di peggiorare i servizi e mettere le mani nelle tasche dei napoletani. Arrivando al goffo risultato di rincarare la tassa comunale sui rifiuti proprio quando l'emergenza della spazzatura si riaccendeva. Ecco, forse, tutto questo a De Magistris i suoi referenti locali e chi vive davvero la città non l'hanno spiegato. Ma risulta strano che qualcuno abbia mancato di ricordarlo a Casini e Mastella, che invece hanno vissuto e toccato con mano il fallimento della sinistra a Napoli, che hanno condiviso decenni di opposizione allo strapotere del ticket Bassolino-Iervolino e che ora, inspiegabilmente, scelgono di non scegliere. Ebbene, in questo caso la sospensione del giudizio, quella che nell'antica Grecia si chiamava epoché, non dovrebbe essere tollerata. Non dovrebbe essere tollerata alla luce di un percorso così netto e chiaro che ha portato esponenti di spicco dell'Udc e dell'Udeur campano nella Giunta regionale e nei governi provinciali o comunali. Non dovrebbe essere tollerata perché in ballo non c'è la leadership nazionale dell'anti-berlusconismo ma l'amministrazione comunale di Napoli. E siccome riesce difficile immaginare un Udc al governo nel capoluogo con De Magistris e ad un chilometro di distanza seduta alle medesime postazioni di governo di un altro importante Ente campano, quello della Regione, è il caso di perseverare in un dialogo che non potrebbe essere che coerente e produttivo per l'intera area moderata. In... fondo, in... fondo, la base e gli iscritti sono molto più avanti di chi li rappresenta. Ed una sterzata di Udc e Udeur a sinistra, tutta d'un tratto, dando fiducia alla stessa parte politica che ha rovinato Napoli, davvero non la capirebbero.
24/05/2011