Rubrica "in...fondo, in....fondo"

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Popolo della Libertà, Nitto Palma uomo giusto per il rilancio dell'azione di governo in Campania
di Ermanno Russo

Il fatto che sia stata accolta con unanime entusiasmo nel Pdl campano la nomina di Nitto Palma a commissario regionale del partito fa ben sperare per il futuro del Popolo della Libertà, che oggi governa Regione, quattro Province su cinque e numerosi Comuni. Non che sino a ieri questo entusiasmo non ci fosse, anzi. E' però evidente che l'indicazione venuta dai vertici nazionali del Pdl non ha preso in contropiede il gruppo dirigente della Campania, che anche in questo caso ha dimostrato una compattezza ed una solidità mai così chiara ed evidente in altri momenti della sua storia. Le primissime impressioni di Nitto Palma sulla squadra che andrà a guidare, del resto, dicono appunto questo: non si è chiamati ad una ricostruzione, perché non c'è stato alcun terremoto da queste parti, tutt'al più ci sarà bisogno di rimettersi intorno al tavolo per pianificare, dal momento che si è quasi ovunque al giro di boa, un'azione integrata di governo a tutti i livelli istituzionali, per poi potersi presentare alle scadenze elettorali con un bilancio in positivo ed una prospettiva politica ed amministrativa credibile. L'augurio è che questo si faccia e che lo si faccia in tempi ragionevolmente brevi. Dico ragionevolmente brevi perché intanto ci sono degli impegni davanti a noi, le amministrative della prossima primavera, che rappresentano un lavoro gravoso ed incombente, che sottrarrà energie al nuovo commissario e ridurrà sui territori lo spazio dedicato alle riflessioni e alle valutazioni teoriche. E' il momento di agire – ed è questa la ragione per cui c'è l'apprezzamento più convinto per la scelta di Nitto Palma, che è uomo di legge e di governo – ma è anche il momento di soffermarsi per un attimo ad osservare dall'esterno la Campania, come se si fosse spettatori e non amministratori, per capire dove sta andando o, per meglio dire, su quali rotte e direttrici il Pdl, che è partito di maggioranza relativa in Regione, la sta conducendo. Ciò richiede una visione strategica non soltanto della politica ma soprattutto delle istituzioni che il presidente Berlusconi, il segretario nazionale Angelino Alfano e tutti noi riconosciamo al senatore e giurista Nitto Palma. E' venuta fuori dalla lettura dei quotidiani una sensazione che il neocommissario ha fatto trasparire e sulla quale mi sentirei di convergere da esponente di questo partito ed amministratore regionale: il Pdl non è diviso da guerre intestine né ha in sé la tentazione di voler cedere a derive frondiste. Il Pdl è un partito che sta facendo i conti con il governo dei territori e che in pochissimi casi, legati a vicende locali e talvolta personali, ha gettato alle ortiche l'esperienza nei comuni, portandoli allo scioglimento. Il passaggio da decenni di opposizione al governo dei territori non è immediato e non può che essere, anche se in minima parte, travagliato. Tuttavia appare evidente, per la mole di provvedimenti adottati nei comuni a guida centrodestra e per l'inversione di rotta offerta da tantissimi sindaci alle rispettive comunità, come il partito abbia digerito la fase di ambientamento nel ruolo, fino a qualche anno inedito, di forza di governo locale. Tocca ora al gruppo dirigente campano assumere un'identità ed una linea politica che raggruppi i vari livelli di governance e li riconduca ad un disegno complessivo di governo della regione. Si è alzato ad arte un polverone in questi mesi contro la classe politica del Paese, utilizzando impropriamente l'etichetta di casta anche quando non ce n'era bisogno e agitando lo spauracchio dell'antipolitica a destra e manca senza riflettere sulle sacche di spreco presenti altrove. E' in un momento come questo che serve più politica. O meglio, serve in misura maggiore la buona politica. I luoghi comuni sono l'ossatura del pensiero di questo Paese e per questo ormai più nessuno si scandalizza, ma pensiamo per un momento a cosa sarebbe l'Italia ed il Meridione in generale senza un gruppo di persone pronto a dedicarsi quotidianamente al governo delle città, delle province e delle regioni con una mission ineludibile: l'ascolto. E non è un caso che la prima indicazione che proviene dalle dichiarazioni di Nitto Palma rilasciate in queste ore ai giornali sia quella di “ascoltare tutti”. I quadri dirigenti, i parlamentari, i rappresentanti del partito nelle istituzioni e sul territorio. E' la ricetta giusta, forse l'unica, per ricucire un rapporto con i cittadini, e non soltanto con gli elettori, che negli ultimi tempi, complice la crisi economica, è andato via via “sgranandosi”. La mediazione della politica in certi casi è l'unica soluzione per uscire da situazioni di empasse. Nitto Palma è la testimonianza più lucida di come si possa affrontare una situazione difficile, quale quella sociale ed economica campana, ragionando con chi deve prendere le decisioni e con chi deve rappresentare all'esterno, tra la gente, chi le decisioni le ha già prese e le prenderà. C'è molta politica in questo, ma – soprattutto – c'è buona politica. Ecco perché la nomina del neocommissario ha messo tutti d'accordo. Perché l'uomo, prima che il politico, ha convinto. La tendenza in voga nell'ultimo periodo in questo Paese di affidarsi incondizionatamente ai tecnici non sta dando i frutti sperati. Le ricadute sul tenore e sulla qualità della vita dei cittadini sono francamente modeste. La gente è stufa di sentirsi imbrigliata in fredde ed asettiche statistiche che non danno la cifra di un disagio oramai molto più in là della soglia di guardia. Occorre tornare ad una visione strategica dell'azione di governo, che non soddisfi soltanto standard di contabilità e profili ragionieristici, ma si in grado di tracciare la rotta in maniera prospettica, aprendo occasioni di sviluppo sul territorio e ricalibrando i sistemi di goverance su scala locale. Per metà la sfida il Pdl l'ha già lanciata e, con l'esperienza di questi anni, vinta. L'ha vinta sotto la guida di Nicola Cosentino e dell'allora coordinamento regionale, che ha scalfito il sistema di potere della sinistra. Ora non resta che riannodare le fila di un processo di modernizzazione della Campania già partito e recuperare smalto al giro di boa per compiere scelte che vadano sensibilmente a migliorare la qualità della vita nei nostri territori. In... fondo, in... fondo, il Pdl non è chiamato soltanto alle normali responsabilità che un partito ha nei verso i propri iscritti ed elettori, è chiamato – nel momento più acuto di crisi economica strutturale e con le casse regionali disastrate – a delle responsabilità collettive, non di parte, a cui Nitto Palma saprà sicuramente rispondere con lucidità e rigore.
25/01/2012