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Elezioni, ripartire dal valore aggiunto del governo regionale. La necessità per il centrodestra di serrare le file in campagna elettorale
di Ermanno
Russo
13/04/2012
Il centrodestra campano, al netto di ogni polemica, ha in sé un valore aggiunto in questo particolare momento storico che vive la Campania, chiamata nelle prossime settimane ad eleggere sindaci e consigli comunali di città popolose ed importanti. Tuttavia, esso corre il rischio di non riconoscerselo, ossia di non riconoscere a se stesso tale valore. Quel quid in più è rappresentato dall’esperienza di governo della Regione Campania, nata in una condizione di forte instabilità dei conti, frutto sia di un’eredità pesante consegnataci dalle precedenti amministrazioni che da una congiuntura europea e nazionale assolutamente sfavorevole, ma via via raddrizzatasi e che oggi naviga verso orizzonti virtuosi. I tagli dei diversi Governi che si sono succediti in questi due anni hanno sicuramente messo a dura prova con le loro politiche drastiche di riduzione dei trasferimenti la tenuta della Campania. Pur in un contesto di crisi di questo tipo però, la giunta Caldoro ha saputo attuare comportamenti virtuosi, che non hanno avuto la pretesa di risolvere il problema ma che tuttavia stanno contribuendo a risolverlo, concorrendo ad accreditare la Regione in chiave nazionale quale esempio di rigore, austerità e responsabilità. Vale la pena di ricordare, anche soltanto per un momento, come lo sforamento del patto di stabilità interno ad opera delle precedenti amministrazioni regionali abbia di fatto ipotecato, attraverso l’accensione di mutui e la contrazione di debiti, interi esercizi finanziari di Palazzo Santa Lucia. Ciò nonostante, la Campania è in corsa per obiettivi importanti, il primo dei quali, il riscatto ed il rilancio della sua immagine, è appena iniziato e la America’s Cup lo testimonia chiaramente. Un obiettivo non di poco conto se si pensa all’idea che nel mondo ci si era fatti della Campania, dopo che le sequenze televisive delle tv di tutto il pianeta avevano impietosamente immortalato ed infisso nelle menti dei telespettatori le strade della città di Napoli, della sua e delle altre province campane, lastricate di rifiuti e sporcizia, anche quando l’immondizia a terra non c’era più. Questa giunta regionale ha il merito di aver affrontato con responsabilità anche la piaga dei rifiuti, impegnando quotidianamente tutte le sue energie migliori per trovare una soluzione strutturale e non episodica. E’ anche grazie al presidente Caldoro se oggi la Campania fa il giro del mondo per la vela e non per la spazzatura. Un presidente di Regione riformista, moderato e dalla parte del Sud, che ha introdotto nel dibattito politico nazionale concetti fondamentali come la “valutazione delle performance” o il “fondo di garanzia”, spiegando all’altra parte del Paese, a quel nord adagiato sugli allori e alla costante ricerca di un primato di superiorità che di fatto non ha, come virtuosi possano e debbano essere i comportamenti delle Regioni e non le Regioni stesse. Smascherando in questo modo la concorrenza di fatto sleale nell’approvvigionamento delle risorse del Settentrione, agevolato da situazioni storiche favorevoli ed adagiato con pigrizia su di esse. Sono questi criteri che non afferiscono alla sfera del politichese né tantomeno al gergo degli addetti ai lavori delle pubbliche amministrazioni, si tratta di paletti imprescindibili perché alla Campania vengano concesse risorse che le spettano e che, con fin troppa superficialità o zelo, i tecnici dei vari ministeri “congelano”, in attesa di chissà quali risultati virtuosi, che - se non cambiano i parametri di riferimento - la Campania non potrà mai raggiungere, al pari di altre regioni del meridione, in quanto “azzoppata” da limiti storici e da errori commessi in un passato recente e meno recente. Spiegare in campagna elettorale il contesto disastrato in cui il presidente Caldoro governa dovrebbe essere in questo momento la prima missione del Pdl e di tutto il centrodestra, che è impegnato incessantemente nei comuni al voto per il sostegno ai candidati a sindaco del Popolo della Libertà. E’ necessario ora serrare le file e riproporre sui territori le battaglie che quotidianamente sta portando avanti Caldoro per far sì che i campani abbiano a beneficiare non di aiuti ma di premialità legittime, che sarebbero la giusta ricompensa per i comportamenti virtuosi che responsabilmente stanno attuando da due anni a questa parte. Il risanamento, si sa, comporta dei sacrifici, ma i cittadini della nostra regione non sono venuti meno allo spirito di solidarietà nei confronti della loro terra, non sono venuti meno alla linea di rigore e di austerità che il governo regionale ha adottato per porre riparo a decenni di cattiva politica e di gestioni scellerate della cosa pubblica in Campania. Il messaggio che il centrodestra ed il suo partito più importante, il Pdl, deve veicolare nei comuni al voto per continuare il dialogo con i territori e non interrompere un discorso organico, di governo delle realtà locali, iniziato con profitto già nel 2009, è proprio questo, è tutto calibrato sull’esigenza di confermare la linea di governo della maggioranza che siede in Consiglio regionale, che ha saputo tenere ferma la barra del risanamento anche in un momento storico difficile ed apparentemente senza sbocco. E’ chiaro che in questo frangente il rapporto con gli alleati è significativo anche se, per dirla con l’ex ministro Gianfranco Rotondi, recentemente intervistato sull’argomento dal Corriere dell’Irpinia, “con l’Udc un chiarimento è necessario ma a colpi di cannone non lo vedo probabile”. E lo dice bene il leader irpino in questo colloquio con il giornalista del quotidiano avellinese: il Pdl ha sicuramente cento ragioni per aver preso le posizioni che ha preso, “ma non è indebolendo il proprio presidente che si rimedia alla difficoltà”. E’ qui che si va ad inquadrare il lavoro di questi anni della nostra giunta regionale, un lavoro certosino e scrupoloso, che va portato sui territori e spiegato alla gente. Va spiegato alla gente che è il miglior risultato possibile in questo momento ed in questa regione, perché i debiti di un’eredità pesante come quella che l’attuale giunta regionale ha ereditato e le ripercussioni dei tagli nazionali che abbiamo dovuto subire non andranno via facilmente. In… fondo, in… fondo, è stata la fiducia riposta dai cittadini in Caldoro e nel Pdl il vero motore del cambiamento in Campania. Occorre ora mettere al centro del dibattito nei comuni la linea di questo governo regionale e ritrovare le ragioni di un’unità che non può che misurarsi sul lavoro di chi sta amministrando, lasciando ad altri, a chi non ha responsabilità di governo, le polemiche e le questioni di forma.
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