Rubrica "in...fondo, in....fondo"

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Condoni, Zona Rossa e Put Penisola Sorrentino-Amalfitana.
Perché una bugia ripetuta mille volte non diventerà una verità

di Ermanno Russo

Le fonti di ispirazione della sinistra campana sembrano essere innumerevoli. Dopo l'approvazione del Collegato alla Finanziaria del 2014, avvenuta dopo tre giorni di Consiglio regionale e attraverso il ricorso, a quel punto obbligato, al voto di fiducia, i vertici di SEL, del PSE e del PD hanno deciso di rispolverare mostri sacri della propaganda come Joseph Goebbels o dell'epica come Omero per far sì che una bugia detta mille volte diventi anche ora e qui, in Campania, una verità. Ciò non sarà possibile perché la strada che hanno imboccato è in netto controsenso rispetto a quella che gli abitanti del Vesuvio, della Costiera e di tutte le altre città delle nostra regione hanno scelto di percorrere. Questa volta, insomma, né la massima di Goebbels ("Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità") né quella di Omero ("E' più facile credere ad una bugia ripetuta mille volte che a una verità sentita per la prima volta") troveranno terreno fertile nell'opinione pubblica. E' pleonastico chiarire come nel Collegato alla Finanziaria non vi siano condoni. E intanto non ve ne sono in quanto essi rispondono ad una prerogativa dello Stato. Ciò significa che le Regioni non possono istituirne di nuovi né riaprirne di vecchi. Ciò che possono fare, e che la giunta Caldoro ha fatto con questa norma, è intervenire su leggi regionali che abbiano disciplinato aspetti di leggi nazionali. Gli aspetti che la Regione ha toccato riguardano soltanto i termini entro cui le pratiche già esistenti e giacenti presso i Comuni, istanze - è bene ricordarlo - già presentante e ad oggi pendenti, debbano essere esaminate da parte dei sindaci e dei competenti organi amministrativi. Nella fattispecie il termine, decaduto, del 31 dicembre 2006 viene sostituito con quello, peraltro imminente, del 31 dicembre 2015 (comma 72, lettera a). Tutto qui. Alla luce di tale chiarissimo intendimento, trasformato dall'aula a maggioranza in articolo di legge, qual è la bugia che la sinistra, dopo averla ripetuta mille volte, vorrebbe propinare al popolo campano come verità? Che si tratti di una riapertura di termini per presentare nuove domande, ex novo. Nulla di più falso. Le domande già ci sono, sono lì sulle scrivanie dei sindaci della Campania e aspettano solo di essere esaminate. Di nuovo c'è davvero poco, c'è solo la buona volontà degli amministratori di questa Giunta regionale e della sua maggioranza consiliare che hanno inteso con questa legge tutelare un diritto acquisito da parte dei cittadini campani, quello a che si svolgano, come è accaduto nel resto del Paese, le dovute istruttorie relative a richieste di sanatoria di abusi edilizi presentate ai sensi di leggi dello Stato. Istruttorie e disamine che dovranno essere severe e rigorose ma che, soltanto ora, con l'approvazione del Collegato alla Finanziaria regionale, vi è la garanzia che si svolgano. Altra fandonia messa in giro ad arte dalla sinistra, con l'aiuto anche di qualche giornale e facendo leva sul solito fondamentalismo ambientalista che per trent'anni ha bloccato lo sviluppo economico dei nostri territori e con esso anche il benessere delle comunità che lo abitano, è quella relativa alla incostituzionalità del vincolo utilizzato dal Collegato (comma 72, lettera b) della "inedificabilità assoluta". Anche qui le motivazioni della protesta sono alquanto fantasiose e partigiane. Cosa dice la Regione? La Regione stabilisce attraverso questo passaggio normativo che le disposizioni della "lettera a" del medesimo comma, quelle dei limiti temporali per l'esame delle domande giacenti, non si applicano alle zone di inedificabilità assoluta, mentre alle altre sì. L'espressione "inedificabilità assoluta" per la sinistra è incostituzionale. Il tempo dimostrerà che non è così. C'è una legge analoga della Regione Lombardia, che per ragioni di comodo la sinistra ignora, e che analogamente a quanto i signori dell'opposizione vorrebbero accadesse è stata impugnata dinanzi alla Consulta, che - guarda caso - ha ritenuto non fosse incostituzionale. Una legge che anche il TAR della Campania, in sede amministrativa, con una sentenza del 2006, ha ripreso per fare giurisprudenza. Siamo dunque in presenza di uno spauracchio inutile, che viene agitato senza motivo e che consigliamo di riporre in soffitta per tirarlo fuori in occasioni più propizie. Passiamo ora alla cosiddetta Zona Rossa. Cosa si fa con questa legge regionale? Si dice sì alla cementificazione selvaggia dell'area del Vesuvio? Si incita la gente di quei luoghi a ampliare le proprie abitazioni? Certo che no. Si dà semplicemente a 700mila persone la possibilità di mettere in sicurezza, attraverso interventi di ristrutturazione, gli immobili in cui vivono ed in cui continuerebbero a vivere, ma con qualche rischio statico in più, anche se non la norma approvata la settimana scorsa dal Consiglio regionale non fosse mai esistita. Come si fa a travisare in modo tanto spudorato il testo di un comma (il n. 77 del maxi emendamento approvato) la cui premessa prevede chiaramente che "a far data dall'entrata in vigore della presente legge" gli strumenti urbanistici "generali ed attuativi" dei comuni che compongono le zone a rischio vulcanico dell'area vesuviana "non possono contenere disposizioni che consentono nuova edificazione a scopo residenziale, mediante l'aumento dei volumi abitabili e dei carichi urbanistici derivanti dai pesi insediativi nei rispettivi territori". Ecco perché si è costretti a definire in "malafede" o, peggio ancora, "disinformati" i detrattori di questa legge. Un inciso però la vicenda Zona Rossa lo merita. E' vero che alcuni provvedimenti contenuti nel Collegato sono la sintesi di un disegno di legge, "Norme in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio in Campania", erroneamente definito da qualcuno come Piano paesaggistico. E' altrettanto vero che tale sintesi legislativa divenuta poi parte integrante della Finanziaria regionale è stata approvata a maggioranza. Ma non si può negare che il Consiglio regionale sia stato bloccato per quattro anni su questo provvedimento. Non si può negare che la maggioranza abbia provato ogni strada per giungere ad un'approvazione unanime del testo. La ragione per cui nel 2010 il popolo campano si è espresso e ha dato mandato a Caldoro e ai partiti di centrodestra di amministrare la Regione è perfettamente coincidente con quanto successo la settimana scorsa con il voto di fiducia in aula. Quattro anni e mezzo fa i cittadini hanno espresso la loro preferenza ad una coalizione perché facesse delle leggi. Ora si può contestare la natura di queste leggi, gli aspetti più o meno qualificanti, e dibattere delle modifiche che in futuro si potranno apportare alle stesse ma ciò che appare come dato inconfutabile è la capacità di legiferare questa Giunta regionale ha avuto, seppur attraverso il ricorso al voto di fiducia. Spesso in questi mesi mi sono imbattuto nelle ansie, nelle istanze, nei progetti dei cittadini della Zona Rossa, che chiedevano semplicemente di non crollare insieme ai loro solai, ai loro balconi pericolanti, alle loro pareti consumate dal tempo. Oggi quell'appello è stato raccolto. Così come è stato raccolto l'appello dei cittadini della Costiera Sorrentino-Amalfitana, che si arrovellavano sul perché uno strumento come il Piano Casa regionale non potesse trovare applicazione nei territori soggetti al PUT, al Piano Urbanistico Territoriale. Una ragione che abbiamo ricercato a lungo e che non abbiamo trovato. Da oggi anche lì si potrà applicare la norma che vige in tutte altre aree della Campania. E' così assurdo definire il Collegato, a fronte di tutte le argomentazioni qui richiamate, una misura di equità. Di equità sociale e territoriale, di giustizia, potremmo addirittura azzardarci a dire. Un'espressione forse spregiudicata ma non in malafede o frutto della disinformazione. Non una bugia, insomma, che come tale potrebbe essere creduta anche se non ripetuta cento o mille volte. In fondo, in fondo, amministrare significa decidere ed è questo che abbiamo fatto.
04/08/2014