Rubrica "in...fondo, in....fondo"

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De Luca e la sua giunta, la sfida del fair play finanziario ed il rischio delle due velocità
di Ermanno Russo

Una squadra e il suo capitano, una corsa iniziata da poco ma già piena di ostacoli lungo le pieghe del bilancio regionale e tra le piaghe di un tessuto produttivo, sociale, urbanistico ed economico sempre più sconnesso come quello campano. È la sintesi di questi primi mesi di gestione della nuova giunta di Palazzo Santa Lucia, con un rischio per niente latente ma, anzi, manifesto, chiaro e, per alcuni versi, finanche troppo evidente di una doppia velocità. Da un lato il presidente Vincenzo De Luca, con un profilo tutt'altro che basso e tanti annunci, impegni da prendere, progetti da realizzare; dall'altro una squadra di governo misurata, cauta, con in testa un assessore al bilancio garbato e realista, per fortuna molto più del suo re. Il primo banco di prova è il bilancio regionale o legge di stabilità, che dir si voglia, presentato l'altro giorno in Commissione come un documento contabile all'osso, con moltissimi tagli, spesa libera ridotta al lumicino e tanta sanità, circa il settanta per cento in termini di spesa dell'intera manovra. Dinanzi a questa evidente discrasia, ad una fotografica a due tinte, una fosca, quella della giunta e dei suoi assessori responsabili, ed una accesa, con colori fin troppo pronunciato, viene il legittimo dubbio di chiedersi quale sia quella buona. Proviamo con una metafora automobilistica. Se decidessimo di scegliere la raffigurazione intrisa di realismo dell'assessore al Bilancio Lidia D'Alessio, di un bilancio lacrime e sangue, con poca pochissima spesa libera e tanti impegni da onorare, parleremmo coerentemente di un motore i cui giri sono visibilmente ridotti da condizioni strutturali che ne pregiudicano la riuscita . Se invece dovessimo attenerci alle considerazioni del caposquadra, dell'onorevole De Luca, staremmo in presenza di un motore da Ferrari, pronto a correre sfide importanti, avvincenti e, perché no, spregiudicate. Peccato però che la macchina sia la stessa, quella regionale, con tutti i limiti, storici e atavici, che ognuno di noi conosce bene. Il tema allora è a questo punto quello del fair play, quello della correttezza, amministrativa e politica, quella della capacità di gestire responsabilmente il bene comune. Non sono abituato a trarre giudizi affrettati sull'operato di chi amministra se non a tempo debito, dopo una serie di prove che fanno un risultato. Aspetterò pertanto che i nodi vengano al pettine e che l'equivoco si risolva. Sarà il tempo a dirci se la Regione Campania, con questo motore, con la macchina amministrativa e politica che si ritrova, con un bilancio ridotto all'osso per stessa ammissione di chi l'ha stilato, meriti una corsa da Ferrari o una degna di una vettura comunque competitiva ma in grado di evitare aspettative oltre misura, sovrastimate e pericolose per i risultati che possono dare ma soprattutto che non possono dare. Come giunta Caldoro abbiamo sempre scelto la linea della verità. Non era possibile creare illusioni in un momento difficile per l’Italia e la Campania. La gente forse si aspettava di sentire altro ma noi abbiamo scelto l’onestà intellettuale alle prospettive false e senza ritorno. Anche per questo, probabilmente, il popolo ha deciso di affidare il governo della regione ad altri. Ciò che deve essere chiaro però è che da questa parte, tra le forze che il voto popolare e la democrazia ha voluto collocare all'opposizione, resterà quel fair play e quella correttezza, già dimostrata con atteggiamenti garantisti ed equilibrati in altre occasioni, un fair play che può fare soltanto bene al clima politico e alle comunità che amministriamo. In... fondo, in... fondo, le sorti della Campania vanno oltre le posizioni politiche, hanno priorità assoluta, raddrizzare il tiro di chi rischia di spararla troppo grossa senza centrare l'obiettivo è compito di controlla e vuole fare opposizione responsabilmente.
12/12/2015